Mancato pagamento dello stipendio

Cosa fare se il datore di lavoro non paga lo stipendio?

Cosa fare in caso di mancato pagamento dello stipendio? Il tuo datore di lavoro non ti corrisponde lo stipendio o, comunque, è in ritardo con il pagamento di retribuzioni arretrate? Di seguito trovi una breve guida su ciò che puoi fare, sui diritti che puoi esercitare e sulle modalità con cui effettuare le tue legittime rivendicazioni.

1. Dimissioni per giusta causa

In primo luogo, da un punto di vista contrattuale, il mancato pagamento dello stipendio mensile costituisce un grave inadempimento da parte del datore di lavoro.

Infatti, l’obbligazione principale a cui è tenuto il datore di lavoro è pagare i propri dipendenti.

Per questo motivo, il mancato pagamento dello stipendio, soprattutto se prolungato nel tempo, legittima il lavoratore a rassegnare le dimissioni per giusta causa a norma dell’art. 2119 c.c.

Quindi, il lavoratore ha il diritto di risolvere il rapporto di lavoro senza essere tenuto a rispettare il termine di preavviso previsto dal Contratto collettivo nazionale di lavoro di settore applicato dall’azienda.

Le dimissioni per giusta causa devono seguire, a pena di inefficacia, la procedura telematica prevista dall’art. 26 del D.Lgs. n. 151/2012 e la compilazione di appositi moduli reperibili sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali (che puoi scaricare cliccando qui).

Successivamente, dopo averli compilati, il lavoratore deve trasmettere i documenti richiesti al datore di lavoro e alla Direzione Territoriale del Lavoro competente.

In ultimo, è utile sapere che le dimissioni rassegnate per giusta causa – costituita vuoi dal mancato pagamento delle retribuzioni, vuoi da altri inadempimenti contrattuali – sono equiparate a un’ipotesi di disoccupazione involontaria.

Quindi, come in caso di licenziamento, consentono al lavoratore di accedere alla Naspi e ricevere, a norma dell’art. 3, 2° comma, D.Lgs. n. 22/2015, l’indennità di disoccupazione.

Ma attenzione, perché la Naspi non è prevista in caso di dimissioni volontarie che siano state rassegnate in assenza di giusta causa e senza averla prima specificamente dedotta: è, dunque, sempre consigliabile rivolgersi ad un avvocato che vi assista in tale percorso (se vuoi contattare uno dei nostri avvocati, clicca qui).

2. Mancato pagamento dello stipendio è reato?

Oltre a costituire un inadempimento sul piano contrattuale e, quindi, civilistico, il mancato pagamento dello stipendio integra, in talune ipotesi, una condotta penalmente rilevante compiuta dal datore di lavoro.

In particolare, è questo il caso se:

  • il datore di lavoro, compiendo un’appropriazione indebita ai danni delle casse dello Stato, omette di corrispondere al lavoratore l’indennità di malattia, i permessi retribuiti (tra cui quelli ex lege 104/1992) e gli assegni familiari indicati in busta paga e per i quali, tuttavia, beneficia del conguaglio contributivo nei confronti dell’INPS;
  • il datore di lavoro omette di versare i contributi previdenziali, oppure se non versa le ritenute fiscali cui è tenuto, in qualità di sostituto d’imposta dei propri dipendenti, per somme superiori una certa soglia.

In tutte queste ipotesi, è consigliabile rivolgersi ad un avvocato, anche al fine di sporgere rituale denuncia o, comunque, segnalare l’episodio all’Ispettorato territoriale del Lavoro e all’INPS.

3. Lettera di diffida e messa in mora

In ogni caso, bisogna prima richiedere al proprio datore di lavoro il pagamento degli arretrati mediante lettera di messa in mora con lo scopo di:

  • costituire in mora il datore di lavoro inadempiente;
  • interrompere la decorrenza della prescrizione quinquennale. (Se la società ha più di quindici dipendenti, decorre dalla singola scadenza del pagamento periodico. In caso contrario, la prescrizione decorre dalla cessazione del rapporto). Per approfondire l’argomento, leggi anche questo articolo: clicca qui.

Tale richiesta deve, però, essere avanzata secondo le specifiche formalità richieste dalla legge.

Pertanto, è sempre meglio contattare un avvocato che assuma per inviare lettera di diffida e messa in mora al datore di lavoro. Con tale strumento, infatti, al datore di lavoro verrà intimato di adempiere immediatamente, avvertendolo che, in caso contrario, proporrà vertenza presso il Giudice del Lavoro.

4. Mancato pagamento dello stipendio e vertenze azionabili.

Se, tuttavia, una lettera di diffida non dovesse bastare, il lavoratore, al fine di ottenere il pagamento dello stipendio non pagato, può agire in giudizio.

In particolare, lo strumento processuale più agevole e rapido è quello del decreto ingiuntivo.

Infatti, presentando regolare ricorso è possibile ottenere dal Giudice del Lavoro l’emissione di un decreto ingiuntivo in assenza di contraddittorio con la controparte.

Spesso è sufficiente depositare in giudizio la busta paga emessa dal datore di lavoro e non pagata per ottenere la condanna del datore di lavoro.

Infatti, la busta paga costituisce piena prova del credito retributivo vantato dal lavoratore e, in quanto tale, è idonea non soltanto a fondare l’ingiunzione di pagamento da parte del giudice, ma anche ad attribuirle efficacia esecutiva immediata.

Una volta ottenuto il decreto ingiuntivo, sarà onere del lavoratore, riconosciuto in qualità di creditore, notificarlo al datore di lavoro per il tramite del proprio difensore.

Tale procedimento, tuttavia, non è esperibile in caso di lavoro irregolare (c.d. lavoro nero).

In questi casi, è necessario il previo accertamento giudiziale del rapporto di lavoro prestato nell’ambito di un giudizio ordinario, da instaurare nel contraddittorio con il datore di lavoro.

5. Mancato pagamento dello stipendio e risarcimento danni

Il lavoratore, oltre a recuperare lo stipendio, può chiedere al datore di lavoro il risarcimento dei danni?

I crediti retributivi maturano, al pari di tutti i crediti aventi ad oggetto somme di denaro liquide ed esigibili, interessi di mora.

Inoltre, il lavoratore, in aggiunta agli interessi legali, può pretendere anche il risarcimento del danno derivante dalla svalutazione monetaria del proprio credito retributivo.

Ma v’è di più, il mancato pagamento dello stipendio può, in molte occasioni, arrecare un disagio ulteriore al lavoratore.

In questi casi, se c’è una lesione della dignità del lavoratore, quest’ultimo ha diritto al risarcimento dei danni non patrimoniali.

Tale richiesta di risarcimento necessita della previa dimostrazione del danno subito.

Dunque, anche in questo caso è consigliabile chiedere consiglio ad un avvocato che possa fornirvi una consulenza.

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