Sei un lavoratore e hai bisogno di un avvocato del lavoro gratis?
Sei spaventato dai costi del giudizio e dalle spese legali?
In questo articolo, parleremo dei costi di un giudizio del lavoro e delle possibilità offerte dall’ordinamento per ridurli il più possibile.
Costi al plurale perché, oltre all’avvocato del lavoro, il lavoratore deve sostenere anche altre spese ed è giusto che ne sia consapevole prima di prendere qualsiasi decisione.
Questo articolo non vuole né disincentivare il lavoratore dal tutelare i propri diritti né vendere il mito dell’avvocato del lavoro gratis, ma semplicemente rendere una panoramica veritiera e attendibile dei possibili costi di un giudizio.
Del resto, come si vedrà, ci sono delle soluzioni che consentono al lavoratore di non anticipare le spese legali, ma questo non vuol dire che tutto il giudizio sia gratis.
Ma andiamo con ordine, incominciamo ad individuare i possibili costi e poi vediamo le soluzioni.
Distinzione tra i costi del giudizio e gli onorari dell’avvocato
In primo luogo, è opportuno distinguere tra costi del giudizio e il compenso dell’avvocato.
Infatti, non tutti sanno che per agire in giudizio bisogna sostenere delle spese relative al procedimento che non hanno nulla a che vedere con il compenso dovuto all’avvocato.
1. I costi del giudizio
In linea di massima, i costi che il lavoratore deve sostenere per fare causa al proprio datore di lavoro sono:
- Il Contributo Unificato: il cui importo varia a seconda del valore della domanda dedotta in giudizio;
- Marca da bollo: per l’iscrizione al ruolo del ricorso pari a € 27,00.
- Spese di notifica: costo variabile a seconda del numero delle controparti, del luogo e del tipo di notifica.
L’importo del contributo unificato è dimezzato nel caso di ricorso per decreto ingiuntivo per il TFR o per gli stipendi non pagati.
Inoltre, nel corso del giudizio, il Giudice può disporre una consulenza tecnica d’ufficio (detta anche CTU) il cui costo è posto a carico di una parte o di entrambe le parti.
Anche in questo caso, il costo della consulenza tecnica è variabile e dipende dalla natura e complessità dell’incarico affidato dal Giudice.
Infine, in caso di soccombenza, il lavoratore può essere condannato dal Giudice al rimborso delle spese del giudizio alla controparte che vengono liquidate con la sentenza.
Infatti, nel nostro ordinamento vige il principio della soccombenza (art. 91 c.p.c.) in base al quale la parte soccombente è tenuta a rimborsare le spese del giudizio alla parte vittoriosa.
Questo principio, come è logico, implica anche che nel caso in cui il Giudice accerti la fondatezza delle domande del lavoratore, il datore di lavoro dovrà rifondere allo stesso le spese sostenute.
Ti sembra che i costi del giudizio siano proibitivi? In effetti, è così, ma c’è una soluzione, continua a leggere…
SOLUZIONE
Una prima soluzione già accennata è quella di vincere la causa.
Può sembrare una considerazione scontata, ma così non è.
Infatti, vincere la causa è fondamentale per accollare i costi sostenuti durante il giudizio alla controparte.
Per vincere, è necessario consultare prima con un avvocato del lavoro che possa consigliarci se agire o meno in giudizio e con quale strategia.
Per questo noi di Protezione Lavoro offriamo ai lavoratori una prima consulenza legale gratuita con uno dei nostri avvocati convenzionati (se sei interessato a ricevere una consulenza clicca qui).
Tuttavia, questa è una soluzione che consente di recuperare le spese già anticipate non di non anticiparle affatto.
Ebbene, il Testo Unico Spese di Giustizia (DPR 115/2002) all’art. 9 comma 1 bis prevede una speciale esenzione.
Infatti, la norma di legge stabilisce espressamente che:
“Nei processi per controversie di previdenza ed assistenza obbligatorie, nonché per quelle individuali di lavoro o concernenti rapporti di pubblico impiego le parti che sono titolari di un reddito imponibile ai fini dell’imposta personale sul reddito, risultante dall’ultima dichiarazione,” inferiore a € 34.481,46 è esentato dal pagamento sia del Contributo Unificato sia dal pagamento delle altre spese del giudizio.
Per accedere a questo regime di esenzione, il lavoratore deve compilare una autodichiarazione che dovrà essere depositata in giudizio unitamente al ricorso.
Per scaricare il modulo di autocertificazione clicca qui.
2. Gli onorari dell’avvocato
Un altro importante capitolo di spesa da considerare quando si introduce una causa sono le spese legali, ossia il compenso dovuto al proprio avvocato.
Questa voce può variare notevolmente.
Infatti, a seconda del tipo di causa e del suo valore, ci sono dei parametri cui l’avvocato deve attenersi quando emette la propria parcella.
Per consultare i parametri forensi e fari una idea dell’eventuale costo del tuo avvocato del lavoro clicca qui.
Vi consiglio poi di considerare che, oltre al compenso netto dell’avvocato, bisognerà aggiungere l’IVA (con aliquota al 22%), la cassa forense (a partire dal 4%) e spese generali (15% della sorte capitale), che saranno inseriti nella parcella del professionista.
SOLUZIONE
Il compenso da pagare all’avvocato è generalmente una delle cose che spaventa di più il lavoratore che deve agire in giudizio.
Tuttavia, esiste una soluzione per avere un bravo avvocato del lavoro gratis.
Infatti, avvocato e lavoratore possono pattuire che i costi della difesa legale saranno recuperati alla fine del giudizio dalla controparte e solo in caso di vittoria.
Questa possibilità è prevista dall’art. 93 del codice di procedura civile per il difensore che si dichiari antistatario. Quindi, in caso di vittoria, il Giudice condannerà la parte soccombente al pagamento delle spese legali direttamente in favore dell’avvocato antistatario.
Avrai così il tuo avvocato del lavoro gratis!
In caso di soccombenza del lavoratore, invece, nessun compenso sarà dovuto.
È chiaro, quindi, che l’avvocato acconsentirà a questo tipo di soluzione solo nel caso in cui ritenga che la controversia abbia buone possibilità di essere vinta.
Altrimenti, per lui sarebbe solo uno spreco di tempo e di lavoro.
Questa soluzione è ideale per il lavoratore che non voglia anticipare i costi della difesa legale.
Inoltre, come detto, costituisce una importante spia sulla fondatezza delle proprie pretese.
Per questa ragione, gli avvocati del lavoro convenzionati con Protezione Lavoro adottano tutti questa formula.
Infatti, prima il lavoratore espone il suo problema al nostro avvocato del lavoro e poi, dopo aver ricevuto una consulenza gratuita su misura, può decidere consapevolmente se affidare la vertenza al nostro o ad un altro avvocato.
Nel caso in cui decida di rivolgersi a noi, potrà richiedere di utilizzare questa facoltà e di non anticipare gli onorari.
Sempre nell’ottica di rinviare il pagamento del difensore alla conclusione del giudizio, il lavoratore può concordare con il proprio legale un premio in caso di vittoria.
Se vuoi consultare uno dei nostri legali, clicca qui: la consulenza è gratuita.